Anomalie

Filippo Bonaventura



Medium
Digital Storytelling
Anno
2020

Sono le cose più remote, paradossalmente, a sembrarci più comprensibili.

L’entità fisica più distante che riusciamo a osservare è la radiazione cosmica di fondo, un bagno elettromagnetico che permea l’intero universo e si è formato appena 380.000 anni dopo il Big Bang. È talmente semplice da risultare quasi perfetto. Quasi.

È proprio studiando le minuscole imperfezioni di questa radiazione che siamo riusciti a dimostrare che l’universo è nato e a capire come si è evoluto nel tempo. Se la radiazione cosmica fosse stata assolutamente perfetta, ci avrebbe lasciato con molte più domande che risposte.
Perché nel cosmo, come nella vita, è l’imperfezione a essere rivelatoria.



Le stelle ci appaiono talmente piccole e deboli che basta l’illuminazione elettrica notturna per sottrarcene molte alla vista, eppure le conosciamo meglio di quanto si possa pensare. Sono talmente semplici da risultare quasi perfette. Quasi.

Anche le stelle hanno un piccolo grado di imperfezione, dato dagli elementi pesanti che “sporcano” la composizione chimica primordiale del cosmo. In termini cosmici si tratta soltanto di un paio di punti percentuali: una piccola minoranza di atomi di carbonio, ossigeno, azoto, silicio, ferro e così via. Ma per noi significa la possibilità di avere un pianeta e un corpo. Senza questa piccola imperfezione stellare non ci sarebbe la vita, non ci saremmo noi.
Perché nel cosmo, come nella vita, è l’imperfezione a essere rivelatoria.

Per un astrofisico teorico una stella è sostanzialmente un segmento di una certa lunghezza su cui si integrano cinque equazioni, il cui intero destino dipende quasi solamente dalla sua massa iniziale. Chiedete invece a uno psicologo cos’è un essere umano. Mentre il nostro futuro rimane avvolto nel più totale mistero, sappiamo per certo che una stella di 20 masse solari brillerà per 5 milioni e mezzo di anni prima di esplodere come supernova e lasciare come resto un buco nero. Una stella si può descrivere con cinque equazioni, una persona no. Il destino di una stella è scritto, il nostro no: basta un piccolo cambiamento oggi per fare un’enorme differenza domani. Siamo fortemente nonlineari.

Noi esseri umani siamo fatti di quegli atomi che rendono imperfette le stelle. Siamo fatti di imperfezione cosmica. Siamo piccole entità nonlineari, complesse, imperfette, caotiche. Se non lo fossimo, non avremmo chiamato quello che c’è lassù “cosmo”, che letteralmente significa “ordine”. Forse è per questo che ci piace tanto, lassù: ci dà un senso di ordine, semplicità e perfezione che sentiamo di aver perduto venendo al mondo. Ci dà un senso di casa che abbiamo lasciato e a cui vorremmo tornare.

La buona notizia è che lassù è veramente da dove veniamo, ed è veramente dove torneremo. Non è un’affermazione retorica. Gli atomi di cui siamo composti sono stati forgiati miliardi di anni fa nel cuore di stelle lontane, e tra miliardi di anni torneranno tra le stelle quando il Sole morirà. Siamo fatti di atomi ma non siamo solo atomi: siamo atomi organizzati in modo autopoietico. Certo siamo imperfetti, nonlineari, complessi. A guardarci non conserviamo quasi il ricordo di quel confortante ordine primordiale. Quasi.

Ma è proprio quella complessità a generare le proprietà emergenti che chiamiamo “vita” e “autocoscienza”. Siamo imperfetti e complessi, ma può consolarci la consapevolezza del fatto che discendiamo direttamente da quell’ordine, che a quell’ordine torneremo e che è proprio la nostra temporanea, complessa imperfezione a renderci unici, per quanto ne sappiamo, nell’intero panorama cosmico.
Perché nel cosmo, come nella vita, è l’imperfezione a essere rivelatoria.

Biografia

Filippo Bonaventura è laureato in Astrofisica all’Università di Trieste e ha conseguito il Master in Comunicazione della Scienza presso la SISSA di Trieste. Con Lorenzo Colombo e Matteo Miluzio gestisce il progetto di divulgazione scientifica «Chi ha paura del buio?» ed è co-autore di “Se tutte le stelle venissero giù” (Rizzoli). Con Laura Paganini è co-autore di “Il Cosmo. Vita, morte e miracoli dell’universo” (Hoepli). Ama la musica e suona il pianoforte. Vive e lavora a Milano.